Di: Redazione
25 Luglio 2020 Alle 19:20
Ceará
Città: Fortaleza (CE)
Stadio: Presidente Vargas (20268 posti) o Arena Castelão (67037 posti, solo nelle grandi occasioni)
Miglior piazzamento: 3°
Nel 2019: 16°
LA SQUADRA
Dopo aver iniziato discretamente il campionato, l’anno scorso un finale di stagione difficile ha portato il Ceará a un passo dalla retrocessione, scampata soltanto grazie al rendimento ancor più disastroso del Cruzeiro.
La sua torcida è storicamente tra le più numerose del Brasile – l’anno scorso è stata sesta per spettatori medi nelle partite casalinghe – e può vantarsi di essere l’unica squadra del Nordeste a non essere mai scesa più in basso della Série B.
Il Clássico-Rei contro i concittadini del Fortaleza è tra i derby più sentiti in assoluto, da sempre equilibrato e forse ancor più caldo quest’anno, dato che i rivali l’anno scorso hanno vissuto, da neopromossi, una grande annata che li ha portati a un passo dai preliminari di Libertadores.
Il mercato è stato ambizioso, soprattutto in attacco dove a rimpiazzare la partenza della stella Thiago Galhardo sono arrivati Rodrigão (13 gol in B col Coritiba) e l’esperto Rafael Sóbis, che a 35 anni potrebbe avere ancora qualche cartuccia da sparare.
Interessanti anche gli arrivi del trequartista Vinicius (dall’Atlético Mineiro) e del terzino sinistro Bruno Pacheco, tra i migliori nel ruolo nonostante la retrocessione per assist (5), dribbling completati (più di 2 ogni 90’), contrasti vinti e intercetti.
Certamente la propensione della società a cambiare gli allenatori non ne agevolerà il lavoro: dopo i tre dell’anno passato, nel 2020 siamo già ad altrettanti, visto che Argel Fucks (rimasto dal 2019) è stato cacciato dopo 7 partite, mentre il sostituto Enderson Moreira si è dimesso dopo un mese per andare ad allenare il Cruzeiro in B.
Al suo posto è stato ingaggiato il 54enne Guto Ferreira, a sua volta appena licenziato dallo Sport Recife, il quale ha diretto finora due partite tra cui una sconfitta in casa per 1-2 contro il Fortaleza.
In tutto questo il rendimento è stato finora altalenante: secondo posto nel Campeonato Cearense (a -4 dai cugini) e terzo nel girone di Copa do Nordeste, sempre ricordando il modesto livello medio degli avversari regionali.
Gli acquisti fatti puntano alla costruzione di una squadra soprattutto fisica in difesa e a centrocampo, che punti a vincere i duelli individuali per innescare rapidamente la velocità degli attaccanti in campo aperto.
Un’idea di calcio diretta, in cui spesso vengono giocate palle lunghe verso le punte o sfruttando l’altezza del centrocampista Charles, sempre per andare alla ricerca delle seconde palle.
In fase difensiva viene impostato un 4-4-2 dal blocco basso, in cui raramente viene applicato il pressing nella metà campo avversaria, secondo il principio – di cui Guto è seguace – che l’attacco vince le partite, la difesa i campionati.
Non a caso nelle sue esperienze di maggior successo (con Internacional e Sport Recife) le sue squadre hanno subito meno di 30 gol a campionato.
L’UOMO-CHIAVE
Nonostante non abbia mai raggiunto i livelli che il suo talento prometteva, il palmarès di Rafael Sóbis è comunque di tutto rispetto: 5 campionati statali, due coppe nazionali, un campionato brasiliano, uno messicano e soprattutto per due volte la Copa Libertadores con l’Internacional, peraltro segnando 3 gol in 4 finali (si disputavano andata e ritorno).
La sua stagione migliore rimane quella da 25 gol del 2005; numeri cui si è avvicinato solo nel 2013 col Fluminense, ma che non gli hanno impedito di trovare sempre una “grande” pronta a offrirgli un contratto, forse anche per la mistica da “uomo delle finali”.
Dopo gli sfavillanti esordi, nel 2006 è passato al Betis, ma dopo soli 8 gol in due anni è stato spedito all’Al-Jazira; finita la parentesi araba è tornato all’Internacional, poi quattro stagioni tra alti e bassi al Fluminense, due nei Tigres di Nuevo León, tre al Cruzeiro e poi l’anno scorso di nuovo all’Internacional, partendo spesso dalla panchina e raccogliendo la miseria di 6 gol (di cui 3 in Libertadores).
Di fatto quindi a 35 anni Sóbis si ritrova in un contesto nuovo, per la prima volta in una società che non gioca le coppe e punta alla salvezza.
Riuscirà a calarsi nel contesto? La concorrenza – Rodrigão, Bergson, il gigante Cléber – è agguerrita, ma il calendario è molto fitto e se metterà la sua esperienza a disposizione della squadra ed evitando sceneggiate come quella contro lo Sport Recife, in cui è stato espulso per aver definito gli arbitri “ridicoli e in malafede”.
Per una squadra che punterà molto sulle transizioni, la sua capacità di muoversi sul filo del fuorigioco e la sua qualità nel difendere il pallone e far innescare i compagni potrebbero fargli vivere una seconda giovinezza.
IL POTENZIALE CRAQUE
In una rosa dall’età media piuttosto avanzata non è facile indicare un giovane da tenere d’occhio, dato che nella formazione tipo non dovrebbe esserci alcun under-23, ma dopo gli scampoli dell’anno scorso sta entrando stabilmente nelle rotazioni Rick Jonathan, 20enne attaccante di movimento che per il momento è stato utilizzato sull’esterno nel 4-2-3-1.
Dopo aver iniziato nelle giovanili del Gremio, dal 2016 si è trasferito al Vozão, dove nel 2019 si è messo in mostra nella Copa São Paulo de Futebol Júnior (spesso chiamata Copinha), il torneo giovanile più prestigioso del Brasile.
Come tantissimi ragazzi brasiliani ha detto di ispirarsi a Neymar, in particolare nella ricerca del dribbling in velocità; la tecnica non si avvicina minimamente a quella del suo idolo, ma non ha paura di prendere l’iniziativa ed è un giocatore pimpante che può esaltarsi negli spazi aperti.
Insomma probabilmente non sarà un vero e proprio craque, ma sembra avere il talento per avere una carriera di buon livello.